La scomparsa di un Amico

La scomparsa di un Amico

Category : Stagione

Sergio Guenza, stessa età e stessa viscerale passione…Sergio abitava in via Germanico, e quante volte siamo andati a chiamarlo, noi di Piazza dei Quiriti, perché se non c’era lui si perdeva…

Quante partite insieme sulla terrazza della Parrocchia di San Giovacchino con una palletta fatta di stracci e quante partite in notturna ( sic ) in strada, nelle serate d’estate a Piazza dei Quiriti, con la gente che protestava dalle finestre.

Poi, finalmente, un campo con le porte, tanta polvere ma anche un po’ d’erba…. ai Cavalieri di Colombo sui Lungotevere, quasi sotto il ponte con cui si accedeva allo stadio Olimpico …

Sergio, dai piu’ grandi detto “Gnappetta”, era un infaticabile cursore a tutto campo, con una dote non comune per quei tempi, palleggio e tiro con ambedue i piedi.

Quando un allenatore come Notti al campo della “Rondinella”, scoraggiato ad insegnarci a colpire con ambo i piedi mi diceva “a Franzua’, a te er sinistro te serve solo pe’ sali’ sur tranve…).

Noi dei “Cavalieri di Colombo” dopo un po’ ci ritrovammo al Campo della Rondinella, alla Lazio e superata una selezione, al temine degli allenamenti della prima squadra, ci si trovava con un’emozione da paura a tirare due calci insieme a gente come Sentimenti IV°, detto ” Cochi ” , ad Antonazzi detto “Palletta”, a Sentimenti V° detto “Pagaia”, a Furiassi detto “Zeffiro”, all’elegante Flamini detto “Flacco”…

Tra i ragazzi della prima squadra c’era già qualcuno che sarebbe arrivato in alto : Ciccio Di Veroli, Franco Carradori, poi Foligno e due portierini, bravi, ma con l’Handicap della statura : Ciampi e Alicicco.

Un giorno andammo alla Sede della Lazio in via Frattina con l’allenatore in seconda PICCHIO. Fummo presentati al Presidente, il Commendator Zenobi, ricordo che erano presenti Alzani e Lombardini. Quest’ultimo ci raccontò che aveva giocato con il grande Silvio Piola… L’occasione in Sede era per la firma del cartellino e ricordo un episodio che sara’ ben difficile che io possa dimenticare, come quello di non averlo raccontato né di certo in casa, né ad alcuno…

Accadde che PICCHIO mi chiamò in disparte (allora si arrivava tardi al calcio , avevo piu’ di diciotto anni…) e mi disse : “Tu ti chiami François ma noi, nelle giovanili, non vogliamo problemi di tesseramento con stranieri, tu sarai tesserato come FRANCI. Io ?… rimasi senza parole… e il bello è che, a controprova di ciò, conservo ancora le lettere di convocazione : ad Agosto , “per la ripresa degli allenamenti” ( con l’avvertimento di portare la maglia lavata…. ) le missive indirizzate, con il timbro S.S. Lazio, al nome di FRANCI LAMBERTO P.zza Dei Quiriti n° 8 ROMA…

L’ultimo ricordo legato a SERGIO è stato probabilmente questo : era un epoca in cui avere un paio di scarpe da calcio era un sogno. Noi ragazzi andavamo a schiacciarci il naso alle vetrine del negozio di Ancherani in zona Campo Marzio, e poi al negozio di Uber Gradella…

Quando alla Rondinella mi capitò che “Gegè Fuin” volle buttar via un paio di scarpe seminuove, io le raccolsi, era un n° 42, io portavo il 44… e feci di tutto per entrarci, talvolta giocando sofferente… Cominciò il campionato interno e c’era odore di selezione per la squadra che sarebbe andata al torneo di Viareggio… Io feci mesi in compagnia di un’unghia incarnita, ricordo che andavo al Virgilio, in via Giulia, con una scarpa ed una ciabatta … Ripresi, finendo nelle riserve, ricordo che, con il morale in cantina, ero in panchina, mi si avvicinò SERGIO GUENZA ad incoraggiarmi ed a dirmi di tener duro, in quanto, secondo Lui, ce l’avrei fatta.

“Di certo prima o poi “, mi disse….a me venne da piangere e mi mollò una botta sul collo…

Purtroppo avevo già deciso di andarmene ed anche la storia del cognome non mi era mai andata giù …..

Ora Sergio , mio grande Amico , sei volato più in alto della nostra aquila, e me lo immagino, con quel labbro spaccato da un incidente da ragazzo, ancora a correre senza tregua, rivaleggiando in gara con RE CECCONI…

È notte alta , ed il pensiero della perdita di un Amico non mi lascia dormire… Sono a Milano e tutto mi è lontano… ed aumenta. pertanto la tristezza ed il dolore per questa perdita…

Lamberto François 2020


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